Incarto i pensieri in sacchetti monouso cercando di riporli in angoli nascosti ma credo di non averli chiusi bene e me li ritrovo sparsi per la stanza ancora e io che giro tentando di raccoglierli. Stanotte il sonno non arriva e se arriva mi sembra di trattarlo male come se avessi paura di sprecare il tempo dormendoci sopra, o di fargli male forse schiacciandolo. Certi giorni sembrano voler mettere ordine in tutto quello che ordine non ha mai avuto e mi chiedo perché invece non me ne frego e inizio a camminare sopra tutti questi fogli sparsi che forse è meglio se li porti via il vento che anche se li numero per pagina loro tanto si spostano.

Forse ho un rullino fotografico al posto della mente, una pellicola che registra tutto e poi si incastra sempre sulle stesse scene che mi si ripropongono a ripetizione, senza fine. Maledetto vizio quello di ricordare, quello di voler dare un senso a tutto in base a tutto quello che succede dopo e col prima c’entra davvero poco, forse.

Questa mia abitudine a complicare le cose semplici, perché le cose semplici non mi sono mai piaciute, o forse il punto è che mi sono piaciute talmente tanto che lo ho volute vedere complicate.

Un riflesso incondizionato quello di cercare quel velo di malinconia anche quando per lei non c’è posto, perché senza malinconia sembra manchi la poesia.

Al punto che ho imparato a piangere delle cose belle, prima pensavo fosse perché in qualche modo ricordassero mancanze, invece no, le cose belle fanno piangere davvero di per sé.

E mentre guardo domani che potrebbe splendere di luce propria mi immagino come sarà capace di distruggerlo e di farne schegge di vetro che mi si infileranno dappertutto, nei giorni di pioggia naturalmente, perché in quelli di sole mi dimentico sempre di essere triste. Ho una memoria selettiva, che seleziona emozioni secondo le condizioni meteorologiche… che poi anche questa è una stronzata… che ci sono stati giorni di  pioggia che mi sono piaciuti talmente tanto da sentire il cuore scricchiolare di gioia talmente forte che avevo paura franasse.

Ho imparato ad essere felice in maniera controllata ora, per le piccole cose appunto come i raggi di sole clandestini tra le nuvole e in questo modo riesco ad essere felice molto più spesso, certo è che la felicità incontrollata sotto il temporale… beh quella era un’altra cosa, il problema è che non ricordo più come si leva il freno a mano, deve essersi incastrato come la pellicola che s’incastra sempre nello stesso punto e io rivedo pezzi di ieri sempre in tutti i miei possibili domani. Pezzi di tutto, ho pezzi di pensieri, pezzi di sogni, pezzi di speranze, pezzi di cuore e pezzi di anima, ho tagliato tutto a pezzi perché era troppa roba e intera non ci stava più dentro.

Karen Lojelo

httpv://www.youtube.com/watch?v=wsN7NkKKFUE

il favoloso mondo di amélie -soundtrack- (Yann Tiersen)

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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10 Commenti

  1. "Pezzi di tutto, ho pezzi di pen­sieri, pezzi di sogni, pezzi di spe­ranze, pezzi di cuore e pezzi di anima, ho tagliato tutto a pezzi per­ché era troppa roba e intera non ci stava più dentro."

    *-*

    ovviamente bellissima anche la canzone!

  2. Le cose grandi sono fatte di tante piccole cose.
    Ed è vero che a volte ci complichiamo la vita, perchè pensiamo di non riuscire a viverla altrimenti.

    Mi piace... con il pollice in su, come su faccialibro.

  3. "ho pezzi di pen­sieri, pezzi di sogni, pezzi di spe­ranze, pezzi di cuore e pezzi di anima, ho tagliato tutto a pezzi per­ché era troppa roba e intera non ci stava più dentro."

  4. Ho impa­rato ad essere felice in maniera con­trol­lata ora, per le pic­cole cose...e in que­sto modo rie­sco ad essere felice molto più spesso.....certo è che la feli­cità incon­trol­lata sotto il tem­po­rale… beh quella era un’altra cosa, il pro­blema è che non ricordo più come si leva il freno a mano...

    stupenda!

  5. Un riflesso incon­di­zio­nato quello di cer­care quel velo di malin­co­nia anche quando per lei non c’è posto, per­ché senza malin­co­nia sem­bra man­chi la poesia.

    Ahimè conosco a menadito questo riflesso... che bello Karen, che bello questo del racconto a random, che ti da la possibilità ogni volta di scoprire piccole perle che non avevo notato... un grande abbraccio e spero a presto amica mia***


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