Fermati adesso, perché le mie mani non vedono bene come prima e ho paura che non riescano più a riconoscere la tua pelle.  Ogni volta che cambi, devo mutare anche io per ritrovarti.

Se dovessi perderti di nuovo, non potrò tornare indietro e pretendere di riaverti perché tu sarai già un altro e forse nemmeno mi riconoscerai.
Mentre io mi guasterò tu crescerai.

Ti ho ritrovato raggomitolato dentro uno scatolone ingrassato da anni passati con altre persone, con altre cose, con altre parole. Hai aspettato silenzioso sapendo che mi avresti rivista, che ci saremmo appartenuti di nuovo, che tu, con la tua sensuale eleganza, mi avresti fatto dimenticare le stelle e cambiare ancora, come la prima volta, come è sempre stato da quel pomeriggio di Novembre, quando ti ho sentito respirarmi nel sangue.
Mentre il sole si copriva il capo con l'orizzonte, i tuoi capelli scuri, i tuoi occhi tiepidi, le tue mani riservate e bianche, il tuo sorriso frugale,  sono scivolati dentro le mie prigioni liberandomi con una semplicità pura, priva di fumo e di polvere.

Da allora la vita non mi è mai stata così necessaria come lo sei tu, che riesci a rendermi un fantasma in grado di attraversare i problemi senza sentire i pungiglioni conficcarsi nella carne.
Quanti temporali non sono riusciti a bagnarmi, quanta fame non è arrivata ad uccidermi, quanta debolezza mi ha visto correre ugualmente, quante volte ti ho visto raccogliermi e diventare i miei muscoli e le mie ossa, quanto di te ho perso il giorno che ho deciso di camminare da sola?

Ti ho lasciato andare per una vita che pensavo fosse la più giusta per tutti gli uomini e poi mi sono perduta:  sola in questo mondo sul quale crescevano unicamente sbarre, lontano come nemmeno il cielo riusciva ad essere. Non ho mai pensato di richiamarti perché credevo di non avere  abbastanza spazio per entrambi e poi ho sentito l'eco della mia voce nel silenzio, l'ho ascoltata mentre ti chiamava. Piccola e disperata, l'ho avvicinata dandole un corpo e la mia stessa disperazione, rafforzando la potenza di quel richiamo affinché ti arrivasse addosso e ti risvegliasse. E mentre vagavamo alla tua ricerca, ecco lo scatolone, eccoti splendente come un'anima che si espande all'infinito.

Adesso sei di nuovo tu quella me che voglio essere.

Sei una storia che non posso raccontare perché non esisti a parole, tu vivi nella pelle, scorrazzi nei miei brividi e ti lavi con le mie lacrime, poi torni a sederti sui miei sorrisi e ad esplodermi dentro. Da là fuori nessuno ti vede quando mi stringi il cuore per non farlo scappare, quando di fronte al mare sospiri e ti leghi al vento, quando peschi nei miei sogni e li spingi a realizzarsi per farmi felice, quando metti il tuo petto tra me e il muro sul quale vorrei fracassarmi la testa, quando tremo e mi sento implodere come una stella prossima alla fine, quando voglio stare sola e tu non discuti e te ne vai, quando scrivo e ti affacci dietro ogni parola spazzando via tutte le insicurezze e i non va bene.
Già, come potrei raccontarti? Nessuno ti vede, ma sei più vero di quanto non lo sia ciò che si riesce a scorgere solo con gli occhi, sei la materia oscura che tiene unito tutto il mio universo.

Fermati adesso, dunque, lascia le mie mani prenderti, fai sentire loro come ti sei fatto uomo.
Rimaniamo un attimo qui, fingiamo che oggi sia per sempre e che il domani non abbia più voglia di venirci a trovare, schiacciamo il tempo e lo spazio prima che tutto scoppi e cambi di nuovo.
Cresciamo insieme sì, ma oggi rimaniamo così come se non ci fosse più niente da far diventare grande.

Dedicato a qualcuno che esiste solo dentro di me.

 

Pikadilly
Caduta dall'albero nei primi anni '80, ho passato la mia infanzia costruendo castelli di persiane con mio fratello e archiviando conserve di pomodori con i vecchi di casa. Tra gatti, pallavolo e alberi di fico, sono cresciuta senza sapere bene perché, ma consapevole di voler imparare se non a volare, almeno a camminare senza rompere troppe scarpe. Amo il mio orologio da taschino, Guareschi e i colori della libertà che mia madre mi ha dipinto di nascosto negli occhi la prima volta che ci siamo salutate. Ogni tanto scrivo, ogni tanto disegno, ogni tanto cerco anche di non fare nulla, che è forse la cosa che mi riesce meglio.

Suoi ultimi post

Nessun commento ancora, aggiungi la tua opinione!


Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commento *
Name *
Email *
Sito

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.