Per riscoprire le nostre facce sempre più tristi nei vetri del 93

E abbandonando il cielo lontano di una domenica al mare ci siamo rassegnati...

...siamo ritornati per svegliarci ogni mattina negli incubi dei vestiti puliti di domani, delle confusioni sperimentali alla sfrenata ricerca di identità provvisoria, degli innamoramenti quotidiani nati fra gli specchietti retrovisori in coda sulla tangenziale...

...nella speranza che siano sempre più bianchi i gatti che ci attraversano la strada...

...ostinatamente convinti che all'improvviso possano cambiare il lato scuro della luna feriale che accompagna i nostri giorni spesi male.

Troppo male...

...così male che per sopportarli non te ne accorgi più, come quando sei precipitata dall'Alitalia all'inferno buio delle battaglie sociali per la sanità mentale, fisica o ambientale.

Proprio niente male.

E cieli grigi di serenità confezionata sui lunedì dei dipendenti, naufragati alla pausa pranzo nelle zuppe poco assortite del Tuodì, esplosioni amichevoli nei microonde degli sgabuzzini aziendali...

...nonostante i fiumi di stop illuminati sulla Cristoforo delle 6 pomeridiane, stringendo il cielo con una mano fuori dal finestrino appannato, per sentire il freddo di questo inverno cittadino che proverà ancora una volta a conglearci gli occhi, ma finchè avremo una parvenza di respiro gelido da scambiarci fra le labbra potremo dire di essere ancora vivi, di essere ancora in piedi, urlando come romantici inappagati sotto gli archi nebbiosi che un comune bastardo non ha mai ristrutturato, che ha circondato di transenne con i nostri pianti a progetto o a prestazione occasionale.

Sopravvivere standard...

...evitando il più possibile le sindromi metereopatiche che ci sfiorano le ciglia appesantite a ogni risveglio, molto simili a costellazioni di oroscopi infelici tutto l'anno, chiusi per sempre nel sistema solare del raccordo anulare, fra i satelliti innamorati al posto nostro...

...e cordon bleu fradici d'olio per inchiodarci lo stomaco a cena, per dare il benveunto al fegato sul palcoscenico illuminato del classico doposera, stesi al contrario sui soffitti degli appartamenti scarni, tra le urla della dannata coninquilina appesa contemporaneamente al filo del telefono e dell'adsl, facebook per consolarci i cuori e un digiale terrestre a 3 canali e 1/2, la moltitudine esagerata di capelli sul pavimento della doccia, Mr Muscolo in pensione, lavori in corso ormai interrotti da tempo nel tentativo di ripristinare le nostre ombre svanite al tramonto della laurea.

E non parlarmi più degli incubi del call center, che tanto non sarà una tragedia, nè più nè meno come i poeti del dopolavoro che rimpiangono gli antichi splendori del My Space di una volta.

Riscoprirci provinciali tutti...

...gridando e gridando, strattonandoci tutte le volte per sperare di ascoltarci e dare un senso, per cercare di comprenderci e sollevarci dai tappeti pregiati stracolmi di capelli spezzati e denti scheggiati, dopo gli inferni delle dita rotte che non ci lasciavano suonare...

...del nostro essere inglesi, giornate improduttive per arrivare al traguardo delle 6, per noleggiare 6 stanze diverse i 6 punti di roma diversi per farlo 6 volte diversamente...

...e vivere al centro della bilancia, irrimediabilmente sprecati nel contare i pro e i contro di una settimana lavorativa non ancora completamente rivelata.

Delusioni incerte, dubbio mensile, tranquillità annuale senza variazioni di percorso.

Se la vuoi.

Per vivere inseguendo i miracoli del "Grazie a dio è venerdì!".

Per dire basta al CTRL Z su tutte le incomprensioni dei vicini di scrivania, basta con gli sguardi malati sulle dita over 30 per eliminare la possibilità di un anello, basta con i texani al volante delle imprese mediatiche, con i cartelloni pubblicitari dell'essere umano perfetto, pistole e coca tutta la vita!

E ancora qualcuno si fa il segno della croce prima di mangiare: se c'è un dio lo perdoni per la banalità innocente d'un ringraziamento vuoto a perdere.

I nostri traguardi, i nostri week end spenti sui letti, un mal di testa che non provavamo da tempo, un senso di pace che non provavamo da tempo, così disabituati, tanto da farci male ogni volta che scopiamo...

...con tutti i finali che pretendiamo senza mai dare il via a niente.

Che non riusciamo mai a scavalcare le parentesi dei nostri discorsi per quanto siamo bassi.

Un sacrificio volontario settimanale solo per ricominciare da capo...

...per i campanelli spezzati nelle notti invernali tra i ricordi dei nostri stili di vita alternativi svaniti oltre frontiera.

Per le tue mani, la libertà circoscritta di noi cani, delle tue mani, dei giorni vuoti inutili di noi moderni anziani.

Dimenticandoci le auto-analisi falsate dagli specchi televisivi...

...per riscoprire le nostre facce sempre più tristi nei vetri del 93, alla solita fermata in via XXI aprile.


N.A.

Nevrotico Alchemico
Nevrotico Alchemico
Scienziato alchemico dedito alla sperimentazione libera degli incroci nati fra le parole e i diversi status emozionali. Girovago senza meta, studio i caratteri delle persone e le loro relazioni con il degrado moderno degli ambienti circostanti, cercando di estrapolare il filo conduttore che porta alla reale natura di come siamo diventati...e del perchè spesso e volentieri non ci va bene neanche un pò.

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4 Commenti

  1. 'fin­chè avremo una par­venza di respiro gelido da scam­biarci fra le lab­bra potremo dire di essere ancora vivi'...
    e non solo, dalla prima all'ultima riga senza fiato... bello

    • Sapevo che ti sarebbe piaciuto, signorina delle margherite...

      è bello togliere il fiato per riprenderlo poi di colpo soltanto arrivati alla fine.

      Grazie come sempre....

      N.A.

  2. mi hai tolto il fiato... effetti collaterali devastanti, in cui mi riconosco.

    • Se nn ti riconoscessi almeno un po dichiarerei fallito l'esperimento...

      ti ringrazio per le parole e la considerazione!

      A presto Mariella...

      N.A.


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