di Vito Tripi
In occasione del centocinquatesimo genetliaco della proclamazione dell’Unità d’Italia abbiamo sentito, e sentiremo ancora, dire di tutto ma soprattutto scrivere di tutto. Come sempre ci sarà chi sosterrà l’importanza e la giustezza del Risorgimento come mito fondante della Nazione e, quindi, dello Stato. Ma ci sarà anche chi cercherà di mostrarci quegli anni sotto altre angolazioni, i fatti visti da agenti esterni, ma soprattutto che useranno i toni della spy story.È il caso de Il Visconte edito dalla Sperling&Kupfer scritto a quattro mani da Andrea Carlo Cappi e Paolo Brera.
Una storia d’intrighi e di spie a tutti gli effetti che ha come sfondo gli anni delle nostre Guerre d’Indipendenza. L’uomo chiamato il Visconte è il nizzardo Josè Pau spia dai mille volti e uomo di fiducia dell’Imperatore Napoleone III. Dopo una complicata missione a Sebastopoli, il Visconte viene inviato, direttamente da Sua Maestà, nel Lombardo-Veneto a seguire l’operato dei nazionalisti italiani contro l’Austria e, quindi, gli interessi della Corona di Francia. Oggetto delle sue indagini è il Barone Federico Schmertz Niernstein, all’apparenza un nobiluomo perso dietro i suoi interessi culturali, ma in realtà capo della polizia segreta asburgica in quel di Milano. A mettersi di mezzo in questa storia sarà il tallone d’Achille di ogni spia che si rispetti ossia l’amore. In questo caso incarnato nella splendida, audace e, anzitempo, emancipata (o quasi) baronessina Speranza, o Spes come preferisce farsi chiamare lei, Schmertz Niernstein molto legata agli ambienti rivoluzionari.
Ma Pau non è il sole agente che opera nel Lombardo-Veneto c’è un pullulare di spie inglesi, sabaude, austroungariche e perfino russe, ma soprattutto c’è lui Victor de Larnac spietato sicario al servizio degli Asburgo intenzionato a smascherare il Visconte. L’obiettivo di José Pau è sopravvivere e tornare da Speranza, ma deve prima affrontare quella che potrebbe essere la sua ultima missione: fermare il generale Garibaldi prima che cambi il corso della Storia…Ma come in ogni storia di spie che si rispetti nulla è davvero come sembra!
Il libro di Brera&Cappi non è solo un viaggio nella nostra storia ma anche nelle pieghe della psiche, nei lati oscuri dell’anima, nei ricordi dolorosi della crescita che spesso generano mostri. E non si risparmiano nulla: duelli cappa e spada, focose amplessi, nonché monologhi “reali” sul come si fa la storia. Un romanzo avvincente, moderno e per nulla scontato con qualche licenziosità che però non guasta. Ma soprattutto è la psicologia dei personaggi, che man mano si scopre pagina dopo pagina, che colpisce il lettore, ogni personaggio ha il suo perché, con i propri ideali, i propri limiti e le proprie contraddizioni. Ed è anche la dimostrazione che non semopre possiamo vincere i nostri demoni e che spesso e volentieri sono loro che ci salvano…
Anche alcuni particolari, piccanti e poco noti, del nostro Risorgimento che emergono rendono la lettura più intrigante. Non posso svelare altro poiché si perderebbe l’essenza stessa del libro, ma consiglio di tenere da conto alcuni particolari dei primi capitoli che ad un lettore attento serviranno per comprendere passaggi molto importanti.
TITOLO: Il Visconte
AUTORE: Brera&Cappi
EDITORE: Sperling&Kupfer
PAG: 302
PREZZO: € 18,90
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