I due della legione (1962) di Lucio Fulci

Cinema Gordiano Lupi

Regia: Lucio Fulci. Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Bianchi Montero, Bruno Corbucci, Dino De Palma, Giancarlo Del Re, Lucio Fulci, Giovanni Grimaldi, Antonio Leonviola, Arnaldo Marrosu. Fotografia. Alfio Contini. Musica: Luis Bacalov. Montaggio: Mario Serandrei. Produzione: Danilo Marciani per Sicilia Cinematografica - Ultra Film e Titanus. Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Alighiero Noschese, Rosalba Neri, Aldo Giuffrè, Maria Teresa Vianello, Nino Terzo, Aldo Bufi Landi, Carlo Lombardi, Jo Garso, Gianni Rizzo, Rosario Borelli, Giovanni Grimaldi, Giovanni Crosio, Aldo Pini, Cesare Polacco.

I due della legione (noto anche con la precisazione straniera al termine del titolo) è il primo film girato da Lucio Fulci per sfruttare le doti dei due comici siciliani, dopo averli conosciuti a Roma - nel 1961 - durante un festival dell’avanspettacolo. Franco e Ciccio hanno appena interpretato L’onorata società (1961) di Riccardo Pazzaglia,  sciolgono il  contratto capestro firmato con Domenico Modugno, che li vede legati al cantante per cinque anni, e si gettano in una nuova avventura. Lucio Fulci rivede la sceneggiatura scritta da Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi che vorrebbe Ciccio nei panni del mamo (lo sciocco) e Franco nelle vesti del furbo. Il regista vede all’opera i due siciliani e comprende che non va bene: Franco Franchi è nato mamo, quindi riscrive il copione e modifica i ruoli. Per questo motivo la critica riconosce a Lucio Fulci il merito di aver definito una volta per tutte le caratteristiche comiche della coppia. Fulci comprende anche che due comici come loro, abituati a far ridere con il corpo e con i gesti, oltre che con smorfie e doppi sensi, non hanno bisogno di una sceneggiatura particolareggiata. La comicità di Franco e Ciccio ricorda molto quella di Totò, quindi è sufficiente un canovaccio dove di tanto in tanto vengono inserite improvvisazioni da avanspettacolo. Le pellicole interpretate dalla coppia comica siciliana saranno sempre farse piene di equivoci, calembour verbali, fughe rocambolesche, pasticci incredibili.

I due della legione è l’ottavo film di una lunga serie di titoli che interpreteranno Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ma segna il primo impatto con il fattore Fulci, importante per il futuro comico della coppia. Tra l’altro il film nasce con l’idea di farlo interpretare a Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, coppia comica che va per la maggiore, ma non se ne fa di niente perché Tognazzi scioglie il sodalizio cinematografico con Vianello per dedicarsi a pellicole impegnate. Lucio Fulci acquista la sceneggiatura e la perfeziona per i due comici da avanspettacolo che danno vita a un film povero, costato appena sessantadue milioni di lire, ma di grande successo. Il deserto è il lungomare di Latina, le maestranze sono le riserve de Le quattro giornate di Napoli (1962) di Nani Loy, il cammello su cui vagano Franco e Ciccio proviene da un circo. Il film esce a Torino e incassa quattro milioni di lire nel primo giorno di programmazione in un periodo in cui il biglietto costa tra le trecento e le seicento lire. La Titanus mette il suo marchio sul film - che aveva ritenuto degradante - quando si accorge del grande successo di pubblico. Incasso finale stratosferico: 434.142.000 lire.

Franco Cocuzza e Ciccio Fisichella sono due siciliani che cercano di imbrogliare i napoletani con il gioco delle tre carte, ma non sanno che i partenopei sono professionisti di simili truffe. Si sparge subito la voce che due fessi sono arrivati al rione Forcella e in men che non si dica sono loro a venir gabbati. Non solo: si mettono nei guai minacciando un boss della camorra, vincendo al gioco con il commissario di polizia e infine trovandosi tra le mani il cadavere del malvivente. La via di fuga viene suggerita in treno da un tedesco che dorme con i due malcapitati nel vagone bestiame: arruolarsi nella legione straniera. Il film passa da una suggestiva fotografia napoletana a una ben ricostruita ambientazione sahariana, facendo apprezzare una trama che sta a metà strada tra l’avventuroso e il comico. Ciccio e Franco vengono scambiati per due veri malviventi, mentre il sergente (Nino Terzo) li perseguita con punizioni e scherzi feroci, il comandante li spedisce in missione dal sultano Mustafà (Alighiero Noschese). Mustafà vive circondato da belle donne, ma il cugino (Aldo Giuffrè) trama nell’ombra, vuole ucciderlo per prendere il potere, ma non ci riesce. Mustafà si salva da un attentato, Franco e Ciccio rischiano di essere scambiati per femmine dal focoso sultano, vengono premiati come eroi e infine scacciati come millantatori quando si scopre che non sono stati loro a uccidere il boss della camorra. La trama non è la cosa più importante di un film che porta per la prima volta sullo schermo il vero umorismo di Franco e Ciccio fatto di gag a ripetizione, scenette da avanspettacolo e smorfie di ogni tipo. I due della legione è una parodia dei film sula legione straniera come i due Beau Geste (1926 e 1939), il primo diretto da Herbert Brenon e interpretato da Ronald Colman, secondo diretto da William A. Wellman e interpretato da Gary Cooper; va citato anche La legione del Sahara (1953) di Joseph Pevney con Alan Ladd. Fulci si ispira anche a due pellicole comiche come I due legionari (1931) di James W. Horne, con Stan Laurel e Oliver Hardy, e Gianni e Pinotto alla legione straniera (1950) di Charles Lamont (vedi la gag del miraggio).

Il rapporto tra Lucio Fulci e la coppia comica siciliana è buono, regista e attori s’intendono ala perfezione, ma tutto il set è pervaso da allegria e voglia di divertirsi. Alighiero Noschese è al debutto cinematografico e le sue imitazioni fanno impazzire la troupe che lavora in grande armonia. Rosalba Neri è bellissima, fotografata in generosi primi piani dal regista, ma anche Maria Teresa Vianello conferisce un tocco di sensualità a una pellicola per famiglie. Aldo Giuffrè è un ottimo cugino congiurato, scoperto per caso dagli imbranati legionari. Nino Terzo usa cinematograficamente la sua gag della voce afona con la quale non completa mai le frasi.

Lucio Fulci gira una pellicola che comincia come un noir comico per le strade di Napoli, tra camorra e sotterfugi, ma prosegue come un legion movie grottesco ambientato in un finto deserto. Il regista romano anticipa il filone delle commedie da caserma che faranno furore negli anni Settanta e mette in scena numerose gag che vedono protagonisti il sergente e i due legionari. Alcune scenette e diversi dialoghi sono da antologia. Una divertente fast motion da comica muta vede i due imbranati ladruncoli fare e disfare la valigia, indecisi se scappare o meno da Napoli. Ciccio: “Partire o non partire, questo è il problema”; Franco: “Amletici siamo!”. Nino Terzo esamina i futuri legionari in una gag memorabile: “L’udito come va?”; Franco: “Bene, una volta mi s’è incarnita un’unghia” (equivocando con il siciliano lu dito). Ciccio: “Io e lui siamo fratelli di latte, ma siccome me lo davano per primo lo bevevo tutto io, per questo sono più furbo”. Divertente la gag del berretto largo e delle scarpe strette, con la comica finale della corsa nel cortile, i due legionari stremati con i piedi che prendono fuoco. Alighiero Noschese nei panni del sultano afferma di consumare più donne che mariti Elyzabeth Taylor. Altro numero da avanspettacolo è il rancio della legione con Franco che per mangiare suona la tromba, infine rovescia la gavetta in testa al sergente e pretende un pasto migliore. Si fa festa alla Taverna della Mischia, dove si mangia si beve e si fischia, ma soprattutto è immancabile una rissa western tra battute ispirate ai Caroselli del tempo (il brandy etichetta nera che crea un’atmosfera). Da citare anche la finta fucilazione, il mal di mare a bordo del cammello, i miraggi nel deserto (un gelataio che vende coca cola e acqua minerale), lo scambio di persone nell’harem di Mustafà con la mosca cieca messa in scena per fuggire dalle sue brame. Noschese. “Sei già cotta di me?”; Franco: “Sono ar…dente”. Altre battute da ricordare. Ciccio: “Portiamo la missione a Termine!”. Franco: “Portiamola a Partinico!”. L’equivoco è geografico tra due località sicule: Termini Imerese e Partinico. Esilarante il finale. Franco e Ciccio tornano a casa, mentre attraversano il deserto incontrano un beduino e chiedono: “È molto distante il mare?”; Beduino: “Mille chilometri”; Franco: “Mizzega che spiaggia!”. E i nostri eroi partono di gran carriera dando vita a una fast motion degna della miglior comica di Charlie Chaplin.

La critica non massacra il film. Morando Morandini (una stella e mezzo): “Sarabanda di avventure di vario livello di divertimento in una parodia del filone hollywoodiano legion movie”. Pino Farinotti concede due stelle senza motivazione critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Secondo film da protagonisti dei due comici siciliani che cercano di fare la parodia dei legion movie hollywoodiani”. Marco Giusti è entusiasta: “Grande parodia francocicciana… il primo film diretto da Lucio Fulci con Franco e Ciccio”.

Lucio Fulci era solito dire: “Il mio film era prodotto dalla Titanus, che non voleva mettere il suo prestigioso marchio (perché Lombardo si vergognava) su un film di Franco e Ciccio, per questo uscì con la sigla Ultra Film. Ma dopo gli incassi stratosferici le cose cambiarono e la Titanus firmò il film con la scritta: Siamo orgogliosi di presentare”.

Suggestiva la fotografia del lungomare napoletano, da Posillipo a Mergellina, fino a via Caracciolo, tra pedoni e Fiat 500; serrato il montaggio, ottima la musica del futuro premio Oscar Luis Bacalov.

Per vedere il film: //www.youtube.com/watch?v=4t7LJMK0pXs

Gordiano Lupi
Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Collabora con La Stampa di Torino. Dirige la collana di Narrativa Latinoamericana di Edizioni Anordest. Traduce gli scrittori cubani Alejandro Torreguitart Ruiz e Yoani Sánchez. Ha pubblicato molti libri monografici sul cinema di genere italiano per la casa editrice romana Profondo Rosso. Collabora con www.tellusfolio.it curando rubriche su Cuba, cinema italiano e narrativa italiana. Tra i suoi lavori più recenti: Cuba Magica – conversazioni con un santéro (Mursia, 2003), Un’isola a passo di son - viaggio nel mondo della musica cubana (Bastogi, 2004), Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana (Stampa Alternativa, 2006), Mi Cuba (Mediane, 2008), Fellini - A cinema greatmaster (Mediane, 2009), Sangue Habanero (Eumeswil, 2009), Una terribile eredità (Perdisa, 2009), Per conoscere Yoani Sánchez (Il Foglio, 2010), Velina o calciatore, altro che scrittore! (Historica, 2010), Tinto Brass, il poeta dell’erotismo (Profondo Rosso, 2010), Fidel Castro – biografia non autorizzata (A.Car, 2011). Cura la versione italiana del blog Generación Y della scrittrice cubana Yoani Sánchez e ha tradotto per Rizzoli il suo primo libro italiano: Cuba libre – Vivere e scrivere all’Avana (2009). Pagine web: www.infol.it/lupi. E-mail per contatti: lupi@infol.it. I miei blog: www.gordianol.blogspot.com (SER CULTOS PARAC SER LIBRES, di cultura cubana) e //cinetecadicaino.blogspot.com/ (CINEMA, soprattutto italiano).

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4 Commenti

  1. Complimenti per la buona analisi critica , Giordano .

    Fulci Lives!

    • Grazie Gionatan. Mi chiamo Gordiano non Giordano, ma mi fa piacere che tu apprezzi Fulci, un grande del nostro cinema popolare, come grandi sono stati - nel loro piccolo - Franco e Ciccio.

  2. Porta pazienza Gordiano , il tuo è un nome assai particolare . Comunque Fulci è un apprezzabilissimo mestierante con talento sviluppatosi nel migliore dei modi nell'horror noatrano. Un horror che solo lui sapeva fare e che tutto il mondo ci riconosce.


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