Trafiggi stanze
di luce artificiale
ti nutri d’emorragie
e temporali
fra un raggio
e l’altro
passi pigro il tempo
e fingi ordine
per quieto vivere
cammini senza fretta
influenzando il moto ondoso
guardi senza vedere
per un sovraccarico pensieroso
scommetti su giorni indifferenti
e quasi sempre vinci
riallacci le scarpe
e riprendi a pestare terra
irriconoscente all’occasione
dell’istante passivo
semini violenza
e raccogli sgomento
accendi una sigaretta
e spegni la luna
ti prendi cura dei malati
prima di perdere la salute
accarezzi un gatto randagio
e ignori il tuo
morto di nostalgia
levi ancore
e vai alla deriva
per far l’amore
sotto coperta
moltiplichi i figli
e dividi il pane
guidi per tre chilometri
e la nafta non basta
a mandarti in esilio
ti scaldi le mani
fredde
ai vertici delle ciminiere
uccidi sei milioni di persone
per ingannare l’attesa
di pace egoistica
ti spogli d’ogni bene
e muori di stenti fedeli
ti giochi la tunica
nell’arena
e mimi libertà
di dottrine filosofiche
bevi un bicchiere
e rifletti
sul vetro scheggiato
sfiori la sua rosa
e aspetti pioggia
con la bocca spalancata
allevi parole perdendole
in combattimenti clandestini
ospiti anime indigenti
in centri d’accoglienza
e ti godi l’estate
della tua morale disidratata
volti pagina
e cancelli numeri -

Marco Gasperini
Non sono io, scimmia ammaestrata, il solito disperato buffone, spirito invernale sconfitto dall’enigmatica primavera del cuore in codice - Se la notte incombe, dammi l’illusione di un puerile mattino.

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2 Commenti

    • Grazie Karen 🙂


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