Green pass. Per me che sono una giardiniera, il colore verde indubbiamente è un bel colore. Lo associo alla libertà, alla capacità della natura di emettere ossigeno: non sono le foglie, verdi per eccellenza nel più dei casi, a donarci l’elemento indispensabile alla vita? Non sono forse le piante che ancora oggi sono il nutrimento di tutti, vuoi che uno sia onnivoro, vegetariano o vegano?
Pass invece è il lasciapassare. Un lasciapassare verde. Come il semaforo. Sono stati bravi a coniarlo. La mente dell’uomo è meccanica, forse come la linfa delle piante che sale e scende. Se mi parli di un lasciapassare verde io lo associo al semaforo, lo associo al tana liberi tutti di quando da piccola giocavo a nascondino e magari ero stata beccata perché mi ero nascosta male.
E allora, come si può minimamente pensare che il green pass sia l’Anticristo? Come si può pensarne male? È il nostro salvatore, che viene in nostro aiuto dopo un anno di privazioni, di sacrificio, di limitazioni delle libertà personali. Santo green pass che ci permette di tornare alla vita di prima e ci fa sperare che, con l’arrivo dell’autunno, non ci richiudano. È la salvezza delle attività economiche che vanno dalla ristorazione allo sport alle attività culturali che tanto servono all’animo umano. Ti permette di viaggiare senza usare la tua automobile e chissà quante altre cose ti permetterà di fare da qui al prossimo inverno.
Perché, parliamoci chiaro, senza questa decisione tutto richiuderà e ci troveremo di nuovo imprigionati in casa con le nostre famiglie, se le abbiamo, o da soli. Niente vita sociale, niente svago, niente nutrimento di ogni genere. Dovremo continuare a perderci nelle serie di Netflix, nei film di Prime o Infinity.
Il green pass serve, è necessario per vivere.
Solo per chi ha scelto di vaccinarsi. E gli altri? Per gli altri userei un francesismo molto in voga a Roma: “E ‘sti cazzi!”.
E, arrivata a questo punto devo confessarmi con tutti voi: sono vaccinata. Quindi santo green pass che sarà il mio passepartout per sperare di continuare a uscire. Qualcuno obietta che leda la libertà della persona e nello specifico gli articoli 2, 13 e 16 della Costituzione. “Bisogna pensare alla società e non alla libertà del singolo”. Queste sono delle parole da incorniciare, anzi da tatuarsi sulla fronte così da rileggerle ogni volta che ci guardiamo allo specchio. Sacrificare la libertà del singolo per salvare l’intera umanità. Come non essere d’accordo? Come non capire la necessità di questo sacrificio?
Solo un pazzo, un no vax, un terrapiattista può pensare una cosa diversa.
Ecco il punto. Continuiamo a chiudere e chiuderci, green pass a parte, in definizioni, in nicchie, in fazioni.
O con noi o contro di noi.
E se non condividi il green pass allora sei contro tutti. Ma per fortuna quelli che ragionano diversamente sono pochi e soprattutto possiamo screditarli perché si sa, un terrapiattista o un no vax sono dei deficienti nel senso che ignorano ovviamente. E dovrebbero morire tutti visto che non vaccinandosi alimentano il diffondersi del Covid.
Qualcuno dice però che il vaccino non ci assicura una copertura totale e che i vaccinati sono il più delle volte portatori sani, che i vaccinati se lo possono prendere il Covid ma in forma leggera e quindi non si va in terapia intensiva. Qualcuno dice che non sappiamo gli effetti collaterali a lunga durata del vaccino anticovid e forse è vero perché per fare il vaccino dobbiamo firmare che ci prendiamo tutte le responsabilità di quello che potrebbe accadere: detta in due parole se succede qualcosa dopo che che ti sei inoculato il vaccino sono problemi tuoi.
Negli anni 30 in Italia eravamo sotto il fascismo, in quegli anni non c’era alcuna libertà dell’individuo. La stampa poteva esistere solo se osannava il Duce e le sue opere. Certo, il Duce ne ha fatte di cose belle. Qui nell’agro pontino ha bonificato le paludi, a Roma ha costruito il quartiere dell’Eur e molta edilizia popolare per le famiglie disagiate. Ha coperto i Fori Imperiali per costruirci una strada per le sue parate? Vabbè, è il progresso.
Molti hanno dovuto giurare fedeltà al Duce per continuare a lavorare e vivere. Altri sono scappati all’estero, altri sono stati messi in prigione. Ma il Duce ha fatto grandi cose. Che importa se qualcuno si è sentito toccato nella sua libertà di pensiero, di scelta, di principi vitali?
Sono vaccinata. Quindi non sono no vax. Confesso di aver riflettuto a lungo se farmi il vaccino o meno. Ancora adesso mi chiedo quanto abbia inciso la pressione della stampa e delle persone intorno a me. Vorrei dirvi che ero da subito convinta che il vaccino sarebbe stato la nostra salvezza, ma mentirei.
Forse anche la stampa mente perché non è libera. E forse non sono liberi nemmeno nei programmi televisivi dove sanno bene che per tenere incollate le persone allo schermo devono trasmettere ansia e paura. Le folle si governano bene quando si instilla in loro come una goccia cinese la paura e si alimenta l’ansia tipica della società occidentale.
L’uomo in fondo è un animale abitudinario, rivuole solo le sue cose. Che importa se viene lesa la libertà della persona, che importa se sia incostituzionale. Che importa se poi, a conti fatti, il vaccino ha tanti lati oscuri e nessuna certezza. Investiamo sul vaccino, non sulle cure. Il dottor Giuseppe De Donno non si è suicidato perché la sua cura al plasma non è stata presa in considerazione: chi manda in giro queste voci sicuramente è un no vax e non mi sorprenderei che fosse un simpatizzante dei terrapiattisti di destra.
Non fa strano che la sinistra, da sempre paladina dei diritti di tutti, portavoce delle uguaglianze e della libertà della persona adesso sia la paladina del vaccinarsi a tutti i costi? Come faccio io, che sono sempre stata una donna di sinistra a dire che sono contro il green pass? Non posso. È una questione di appartenenza. Forse è per questo che tutti gridano al green pass.
E quelli che non possono vaccinarsi perché hanno patologie gravi? Quelli che vogliono diventare genitori e il vaccino è sconsigliato perché potrebbe dare o aumentare la sterilità nell’uomo come nella donna? E se non vogliono farlo semplicemente perché “saranno cazzi loro”?
Mi piace tanto il colore verde, in tutte le sue sfumature. Mi piacciono le sfumature perché le ho sempre associate al libero pensiero. In un mondo dove c’è il libero pensiero ci sono persone che pensano, che si fanno domande, che cercano risposte e che sanno andare oltre al comune pensare spesso indotto da giornalisti venduti al potere. Le sfumature sono il coraggio di dire no, è avere la forza di uscire da schieramenti e colori e cercarne altri. È essere un tutt’uno con il tutto rispettando le diversità e senza cedere di un passo rispetto alle conquiste dell’ultimo secolo.
Perché se smettiamo di pensare e di saper ammettere che abbiamo sbagliato o che semplicemente ci stanno manipolando allora usciremo fuori dall’epoca del Covid da vincitori e non da sottomessi.
Mi piace il colore del verde perché è la speranza che le persone sappiano prendere il meglio da tutto questo e smettere di scegliere seguendo le ansie e le paure indotte.
Sono vaccinata, forse per mia scelta, comunque non mi pento della decisione presa. Rispetto chi non vuole vaccinarsi perché non credo che in una situazione del genere ci sia un giusto o sbagliato. Non mi importa se chi ho davanti sia un no vax, un no tav, un terrappiattista. Mi importa che non leda con azioni, fatti, parole la mia persona. Il green pass? È solo un nome fico dato all’azione di circuizione della libertà personale, arrivata dopo oltre un anno di limitazioni che non sono bastate. Ci distraggono per non farci pensare, per non farci porre le giuste domande. Quali sono? Comincia a fartele e lo scoprirai.

Maria Musitano
Maria Musitano
Ritrovai il mio cuore nascosto sotto un cespuglio.

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