Prepotente dagli Urali vieni giù come bestia,Siberiana.
Nel sud della mia anima che non trova pace,
devota al tuo gelo infuocato che lacera la pelle,
unghie di grandine mi feriscono il volto.
Semplici carezze d'amore i tagli tuoi,
lecco ingordo la tua acqua carica di emozioni lontane,
pensieri oltraggiosi rinnovano il gelo dell'inverno in me,
sensazione di soave onnipotenza davanti al tuo fare distruttivo.
Candida la neve scende come il suono di un carillon,
idillio mendace,non si sfugge al destino.
E fu tempesta.
Sotto zero corro nelle pozzanghere,
intingo i piedi nel piatto umido e freddo che mi scalda il cuore,
foglie di brina conficcate come aculei lasciano scorrere sangue color mirtillo,
dessert di vita sferzato dal vento disegna la mia immagine fino all'ultima stilla,
mentre tra le urla del vento,il vagito del tuono appena nato
le case,le chiese i negozi sommersi preparano l'arrivo.
E tutto tace.
tutto tace ed a volte è meglio così... nel silenzio ci si ritrova, ci si riconosce, basta tendere l'orecchio all'interno di noi.
Hai ragione da vendere,certe volte diventiamo sordi lasciandoci trasportare da emozioni che potrebbero essere molto più belle e profonde.L'importante è accorgersene e riscoprirle in un nuovo tempo e in una nuova vita,tutto è ciclico,si ripresenta sotto altre vesti,o spoglie conosciute molte centinaia di anni fa.