C’è silenzio adesso, ma è pieno, che ne sarà domani di questo tutto? Fa paura come un mare mosso, ho mani vuote per prendere cose nuove e tasche piene ma cucite che mi porto addosso e non so svuotare. Pesano il peso di tante lacrime che hanno segnato un solco profondo e davanti a te mi sento senza pelle… che l’ho consumata tutta, è rimasta l’anima nuda che si nascondeva dietro a quel muro che hai distrutto con un soffio. Ti basterebbe niente per farmi in pezzi e mi scioglierei senza trovarne più i pezzi.

Mi tremano le gambe da tempo ma cammino verso di te, sorridendo, solo non credo riuscirei a rialzarmi stavolta se dovessi ricadere giù e pensassi di averti perso. Ti ho aspettato tanto che ora mi sembra di essermi svegliata da un lungo sonno e ti assicuro che avevo fatto davvero un brutto sogno. Continuavo a sognare di essere felice e ogni volta nel sogno mi svegliavo ed era tutto finto. Ho avuto tanta felicità, tanta da soffocarci dentro, il mio problema era sempre che finiva tutto. Mi scappava dalle mani come sabbia calda e iniziava a piovere in pieno agosto con un vento forte che scoperchiava il tetto. Mi ero abituata alla felicità che andava sempre di fretta, ad aspettare il tempo in sale d’attesa grigie e inseguivo sempre qualcosa che non riuscivo a fermare per più di un momento e più correvo più il fiato si faceva corto. Potrei raccontarti di tutte le volte che mi sono chiusa in bagno a piangere contro le pareti fredde mentre stringevo i pugni e mi sembrava finita tutta l’aria da respirare. Di tutte le volte che ho pensato no, io non ce la faccio e poi qualcosa mi ricordava che no, non potevo permettermene il lusso.

Guardo questa luce nuova che colora tutto e ripenso a mille notti in bianco a implorare il solito dio che mi pareva sempre più distratto, fino a che avevo addirittura iniziato ad ignorarlo. Penso a quante strade ho consumato e cambiato, a quante cose ho visto, alle cose che ho imparato per capire poi che non avevo capito niente… finché ho imparato a respirare volontariamente e fare piccoli passi verso niente fingendo che non mi importasse. Penso a quel naufragare lento che fingevo un grande viaggio e adesso ti guardo e penso solo perché ci hai messo tanto? Ma non importa molto in fondo, solo per favore svegliami adesso e dimmi di nuovo che non stavo ancora dormendo.

Karen Lojelo

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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2 Commenti

  1. esistono dei sogni merwvigliosi. Sono quelli in ci gli occhi sono ben aperti e vedi. Vedi il mondo diverso. Nuovo. I colori sono più accesi e gli odori entrano nel naso si posano sulla pelle e si insinuano nei pori della pelle. Una nuova primavera anche se poi la neve ricopre ogni cosa o il sole brucia sulla terra arida o le foglie sono colorate di rosso, giallo, marrone.


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