Chissà se al sole gira mai la testa, se sente mai caldo o freddo, se ogni tanto ha voglia di spegnersi, di giocare a nascondino, di prendere a calci i pianeti che gli stanno intorno, di invitare la Luna ad uscire, di bruciare tutto l'universo. Chissà se parla con le altre stelle, se loro gli rispondono, se è maschio o femmina, se sa cantare, se può solo brillare, magari è capace di urlare, di piangere, di amare, di odiare, di fregarsene. Chissà se vola o se cammina, se fa il cambio pelle come i serpenti o il cambio stagione come gli umani. Chissà se ha una famiglia, un padre, una madre, dei figli, un nonno da accudire o una nonna che gli prepara la crostata. Chissà se si è mai sporcato con la nutella o se ha mai leccato un gelato. Chissà se ha un cassetto in cui nascondere i sogni, se ha dei sogni o ha rinunciato perché è stato costruito esclusivamente per fare il sole.

Chissà se il sole ha mai visto il cielo o se lo attraversa come un fantasma che non si preoccupa più di sbattere la testa contro il muro. Chissà se tornerebbe mai indietro, se si pente di quello che è stato o di quello che ha fatto, se è capace di chiedere scusa, se si pettina ogni tanto, se ha i brufoli, dicono che abbia i nei, ma nessuno parla di brufoli, continuano a ripetere che il sole ha solo nei, trillano che prima o poi morirà, ma io non ci credo, secondo me il sole non ha voglia di morire: non vivi milioni di anni per poi morire così, da un giorno all'altro, come se non fossi mai stato niente di speciale, come se non fossi mai stato il sole.

Forse lui non sa nemmeno chi è, lui crede di essere una stella qualunque, lui è modesto ed è sicuro di far scelte pallide, è certo di non essere notato, di non esser visto, di non essere altro che una semplice lentiggine luminosa dispersa in un universo di lentiggini più brillanti di lui. Sì, è convinto che nessuno si interroghi sulla sua salute, se mangia, se beve, se si scotta o se ha bisogno di una vacanza.

Ecco, il sole non sa di essere il grande indispensabile sole. Un po' come alcuni uomini che per tutta la loro esistenza hanno servito la vita degli altri rendendola più facile, senza che questi se ne siano mai resi conto, e poi alla fine della giornata sono sprofondati nel sonno, da soli. Come il sole.

Pikadilly
Caduta dall'albero nei primi anni '80, ho passato la mia infanzia costruendo castelli di persiane con mio fratello e archiviando conserve di pomodori con i vecchi di casa. Tra gatti, pallavolo e alberi di fico, sono cresciuta senza sapere bene perché, ma consapevole di voler imparare se non a volare, almeno a camminare senza rompere troppe scarpe. Amo il mio orologio da taschino, Guareschi e i colori della libertà che mia madre mi ha dipinto di nascosto negli occhi la prima volta che ci siamo salutate. Ogni tanto scrivo, ogni tanto disegno, ogni tanto cerco anche di non fare nulla, che è forse la cosa che mi riesce meglio.

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9 Commenti

  1. che bello.... mi stavo quasi commuovendo alla fine, pika a che mi combini?
    onorata di averti qui 🙂

  2. Sai che come al solito a me sembra di scrivere una marea di boiate, vero? 😀

    Onorata io di essere qui!! 😉

  3. mia cara e giovane nuova amica 🙂

    posso farti un complimento particolare per le parole che hai usato per descriverti...semplici, vivaci poetiche...un elogio della vita vissuta anche a livello interiore, non frenetico.... ti sento molto vicina e ti cercherò sui vari socialnetwork 🙂

    tutto grazie al sole? 😉 hai una speciale predisposizione per le descrizioni "narrative" adatte ai più giovani... hai mai pensato a scrivere libri di testo e racconti per l'infanzia?

  4. Ciao Noria,
    non so veramente che dire leggendo le tue parole. (Ed è strano, perché io di solito non sto mai zitta.)

    Be', a me piacciono molto le favole, se così vogliamo chiamarle, quindi ho scrivacchiato qualche favola o comunque finto-favola, ma niente di proponibile. 😉
    Il punto è che vedo la mia "scrittura" come un frutto non ancora maturo che se ne sta lì appeso all'albero, credo che impiegherei millenni a scrivere anche solo due pagine di un libro.

    In ogni caso, mi ha fatto immensamente piacere leggere queste tue parole. 😉
    Grazie!! 😉

  5. piacere di leggerti.
    I soli non sono mai soli 🙂

  6. e' che gli sfattoni svengono, non si addormentano. e lo fanno da un momento all'altro ed in qualsiasi posto.

  7. Mentre leggevo mi chiedevo.. dove va a parare questa qua..? ;-))
    Poi le ultime righe hanno risposto alla mia domanda..
    Una bella ed efficace metafora sull'umiltà e sulla modestia.. doti rare negli umani..
    Un cordiale saluto..
    Jan

  8. è un piacere leggerti, leggere la tua "biografia" e il tuo racconto. La prima mi ha ammaliato, probabilmente perché esordisci con alberi e conserve di pomodoro, la seconda mi ha commosso e ho pensato ai tanti soli che ho conosciuto che non sapevno di essere soli.


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