L'uomo della pioggia

Racconti Mirko Ravaschino

Il vento soffiava incessantemente dalla mattina. Grandi blocchi di nuvoloni grigi si addensavano. Sarebbe piovuto…questione di poco... l’odore dell’aria era impregnato di quello della terra e dell’acqua.

La si respirava ad ogni folata. Fresca pesante pioggia. Avrebbe battuto come un tamburo sulle foglie verdi. Le avrebbe piegate gettandovisi contro. E si sarebbe spezzata sui vetri delle case o sulle persiane.

“Che strana la pioggia” si ritrovò a pensare. Impalpabile eppure così reale. Nutre e quasi non ci si accorge di lei.

Mi affoga. È calda. E fredda. Morbida. E ruvida.

Ma più di ogni cosa…quell’odore…“quale magia vi si cela?”

Una goccia. Proprio davanti a lei. A pochi centimetri dal suo piede. Alza lo sguardo; sfila il guanto e stende la mano col palmo rivolto in su. La pelle si bagna. La piccola conca si riempie. Trasparente. Di ricordi. Pensieri che scivolavano oramai quasi distrattamente…

Rose si stringe un po’ nel suo cappottino. Sotto indossava  un vestito rosso, il suo preferito, con lacci di tulle e pizzo nero. Le scarpe alte. Nere.

Era bella. Come sempre.

Boccoli scuri. Sapientemente lavorati. Trucco marcato sugli occhi; quanto basta per mettere in evidenza l’azzurro…il resto era un abile camuffamento… particolari. Quelli che in genere gli uomini non notano… è così difficile vedere oltre le maschere?

Si sfiora il collo… si sofferma dietro l’orecchio… accarezza la nuca. E si sente una bimba. Stanca.

Una goccia bacia le sue labbra. È fredda. Calda. Non capisce. Si sente sazia. Come se non avesse bisogno d’altro. Come se non avesse mai desiderato altro.

L’autunno sembrava esser arrivato in anticipo. In una fredda giornata di settembre. Rose avrebbe sfoderato il suo ombrellino nero da passeggio con ricami per coprirsi il capo. Fino a giungere in un luogo asciutto, al riparo… non oggi. Non ora…

Le sembrava di aver vissuto un’eternità. E di averla persa… al risveglio… quella notte. Questa mattina… tutte le mattine.

E avvertì una pesante cappa di tristezza. Senza trovarne la ragione. Era strana oggi… da quando si era svegliata nel cuore della notte. Con le finestre aperte ed il temporale. “Che strano odore il vento!”. Aveva lo stesso odore del suo cuscino… di sabbia al sole. Ma quell’odore che adesso le sembrava tanto familiare da esser quasi un lontano ricordo…quell’odore… da dove veniva? Non ne aveva memoria.

“Buona sera Rose. Vieni qui a ripararti, ti facciamo spazio” disse l’uomo barbuto. Lei sorrise triste. “Grazie Ronald ma faccio due passi”. Ineluttabilità. Per qualcosa che non sarebbe potuta esser diversa. Un sospiro. E quegli occhi…del colore del cielo invernale…di sera…come inchiostro. Che guardavano…e ricordavano…

“Rose sei sempre splendida” disse un altro tizio. Lei ammiccò. Con garbo. Aveva solo voglia di tornare a casa. Nel suo letto. Si fermò a poche decine di metri dall’edificio dove era la sua piccola mansarda. Proprio davanti alla pasticceria e caffetteria ad angolo aperta da pochi mesi. Si voltò… “odore di caffè…” ma a quell’ora della notte era impossibile. Fissò una pozza d’acqua che si stava riempiendo di nuova pioggia. Un micio vi beveva. Era grigio. Con una macchia bianca sul muso. “Oggi son più strana del solito piccolo” disse mentre si chinava per accarezzarlo. Quello le tirò una testatina e prese a far le fusa. Rose guardava la pozza. Il cielo scuro e il suo volto mischiati nei ticchettii bagnati.

Tutto accadde in un istante. Ebbe un capogiro. Sentì lo stomaco strizzarsi e sciogliersi. Tremò. Immagini, forme sfocate, suoni, voci. Tutte era confuso… un istante di coscienza. E provò la sensazione di averlo perso per sempre…

Vertigine…

Qualcosa di importante. E ricordò. Quel viso. Il suo.

continua...

(tratto da "L'uomo della pioggia" - Fiabe Gotiche © - questa fiaba è dedicata ad Elisa)

Mirko Ravaschino
Sono nato a Milano il 15 novembre del ’76. All’età di un anno già parlavo. A due anni mi leggevano le fiabe di Esopo, a tre bevevo Martini rosso mentre mi leggevano le favole di Esopo…ero attratto da tutto ciò che era rosso… poi però ho smesso; con il Martini, con Esopo e con il rosso…ma parlo ancora. Mi son laureato in filosofia in Statale e ho insegnato in diversi licei oltre ad aver tenuto corsi e seminari in alcune università ( tra le quali Milano ed Oxford ). Mi dedico alla scrittura a tempo pieno e viaggio… come un nomade sto qualche mese in un posto e poi riparto…a seconda delle disponibilità (economiche!! che noia il denaro!! ); ho vissuto in Olanda, Inghilterra e Norvegia, ove ritornerò per fine anno. Amo i gatti, le situazioni ingarbugliate, le nuvole bianche e vaporose, la pioggia, camminare sotto la pioggia, l’odore del caffè appena sveglio, il caffè, i miei vizi, le mie debolezze e le candele. Mi piacciono i dettagli, l’incoerenza, l’intelligenza, l’ironia ed il silenzio. Non mi piacciono le maiuscole (vedi amore con l’”a” maiuscola), le etichette, le cannucce e chi non ha mai dubbi. Chi sorride sempre e troppo a lungo e chi non sorride mai. Forse in base a ciò che ad una persona piace/non piace oggi, si può quantomeno immaginare “una” sua vita; una delle tante possibili strade che lo hanno condotto “qui ed ora”. Senza l’ausilio di date ed eventi …ore 20.20 Carosello…

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4 Commenti

  1. Bravo Mirko mi piace l'ho letto tutto d'un fiato e voglio il seguito! 🙂

  2. già... tutto d'un fiato... immagini che si spostano e poi voglia del seguito...

    • Grazie Mariella 🙂


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