Per Emma la strada era sempre stata in salita. Era abituata. O così credeva. Le veniva in mente la legge di Murphy la prima in assoluto che diceva: se qualcosa può andar male, lo farà.
Emma lo sapeva che le cose non erano mai facili ma evidentemente non ci aveva fatto davvero il callo perché se ne stava a fissare il fiume che scorreva sotto di lei con le lacrime agli occhi.

Bastava solo un tuffo e allora quella maledetta legge non avrebbe contato più nulla. Avrebbe avuto la meglio lei. Avrebbe scelto di mettere un punto lungo la salita, l’ennesima salita che le veniva chiesto di percorrere.
Il problema è che non si trattava nemmeno di una salita, questa volta, ma di una parete rocciosa, alta, così alta che non ne vedeva la fine. L’avevano rassicurata che lassù la vista era davvero spettacolare. Le albe da lassù non conoscevano eguali e lo stesso valeva per i tramonti.

E lei avrebbe anche potuto convenire con chi la rassicurava. Non ne aveva dubbi. Ma arrivarci lassù! Non che si aspettasse al lato della parete un ascensore, nemmeno una funivia. Il problema è che lei non vedeva nemmeno appigli su cui aggrapparsi.

Lo fece notare a chi le decantava le meraviglie della vetta. Le risposero che era necessario. Necessario per apprezzare. Passando attraverso la sofferenza e il sacrificio solamente è possibile arrivare alla felicità.

Emma ora rideva. Rideva e piangeva. Rideva sola, con le sue salite senza la compensazione delle discese. Rideva guardando il fiume che scorreva sotto di lei. Solo un tuffo. «Ci voleva coraggio» le disse un giorno una donna con cui si era trovata a discuterne seduta al tavolo di un caffè di Venezia. «Come scusi?» «Ci vuole coraggio per uccidersi». Ripeté la donna. Emma quel giorno le disse che invece lo trovava un atto di codardia.

Eppure ora, sola su quel ponte mentre il sole stava sorgendo da qualche parte si trovò a convenire con quella donna.

Solo un tuffo. Un tuffo che avrebbe richiesto tutto il suo coraggio. Più di quello che necessitava per scalare la parete rocciosa. E se mai avesse trovato il coraggio per quel semplice tuffo, allora forse avrebbe potuto scalare anche l’ennesima vetta.

Maria Musitano
Maria Musitano
Ritrovai il mio cuore nascosto sotto un cespuglio.

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10 Commenti

  1. Madonna ragà, ma che c'avete ultimamente co' tutti 'sti suicidi??
    A parte gli scherzi, che scherzi non sono, la vita è meravigliosa proprio perché contiene infinite possibilità di gioia e di dolore, ma solo chi la "vive" e non la subisce ha il vero coraggio...
    bella Mari, produttiva e ispirata come non mai... 🙂

    • Ciao Sara... già che ultimamente si parla tutti di amori/tradimenti e suicidi... ahahha che c'abbiamo? Ma per quel che mi riguarda niente è solo un racconto... fra l'altro ispirato dal racconto più complesso scritto da Karen qualche giorno fa... ci sono momenti che le cose non vanno poi tanto male, o meglio non vanno peggio di volte precedenti, però a furia di superare momenti difficili si perdono le forze e la nuova salita sembra una vera scalata. Una scalata senza appigli e beh, il mettere un punto ad una vita che in qualche modo non si è scelti, a volte sembra l'unico modo per liberarsi.
      Forse è vero è l'unico modo per essere davvero liberi oltre che per liberarsi. Penso a Monicelli e al suo ultimo gesto. Vero aveva la sua età, ma ha deciso di porre lui fine alla sua vita prima che la malattia lo facesse per lui. Lo trovo un gesto coraggioso e anche estremamente disperato. Questo non vuol dire che mi voglio suicidare... 😉
      La vita è meravigliosa, sì nel bene come nel male, ma a volte mi è capitato di pensare che è atamente impegnativa e difficile.

  2. per Schopenhauer il suicidio è l'unico vero atto di libertà possibile all'uomo. E così secondo altri grandi filosofi e scrittori quasi tutti alla fine morti davvero suicidi ( vedi Pavese ecc). Filosoficamente parlando viene considerato come l'unico possibile vero atto di ribellione alla società, a Dio, a qualunque cosa uno creda decreti il proprio destino.
    p.s. hai davvero intrecciato il tuo racconto con il mio...suppongo che Emma a Venezia avesse incontrato Anna in un bar 😉
    bello e ispirato vero

    • Sì Karen. Il tuo racconto mi è piaciuto molto e ieri mentre riflettevo sul fatto che le cose vanno davvero sudate a volte ho unito le sensazioni di una donna esausta, stanca, provata dal dover sempre lottare con le unghie e coi denti per arrivare ai suoi obiettivi e alla ipotesi di mettere un punto buttandosi nel fiume che scorre inesorabile come va vita.
      Mi è piaciuta così tanto la tua Anna con le sue domande che ho pensato di far intrecciare le protagoiniste delle due storie. La tua che certa non ci fosse più nulla per continuare a lottare e la mia che invece ancora decide di provare la scalata.

  3. Per fare quel salto ci vuole tantissimo coraggio anche se a scalare quella parete rocciosa ce ne vuole molto molto di più: vivere è tanto bello quanto difficile. Grazie Mariella.

    • Vivere è bello e difficile. Non saprei dire se una ha la meglio sull'altra. Dipende probabilmente da come ci si pone al mondo, dal punto da cui osserviamo la nostra vita e da come ci poniamo nel viverla. E così una stessa situazione in un determinato momento la viviamo com eun piccolo intoppo e in un altro come una montagna impossibile da scalare.
      Mi piace affrontare il discorso del suicidio. Forse perché ho sempre sostenuto che almeno una volta nella vita ci balena nella testa questo pensiero. Al di là del fatto che lo si provi a mettere in pratica o meno.

  4. Ci vuole coraggio e più nessun appiglio per quel tuffo.
    Bello e triste questo racconto.
    Eppure, sembra impossibile che una persona possa
    arrivare a pensare di fare quel tuffo, purtroppo per qualcuno
    la vita diventa una tale sofferenza da non riuscire a vedere
    oltre il suo dolore.

    • in alcuni momenti sembr ala sola via di fuga dal dolore o dalle sconfitte. Mi viene in mente l'imprenditore che si è tolto la vita perché non aveva i soldi per pagare i suoi dipendenti. Quando crolla la fiducia in noi stessi, negli altri, nelle istituzioni. Quando non si vedono vie di fuga. Quando si è stanchi di lottare perché la lotta sembra inutile.

  5. Maledetto Pavese...

  6. Forse le persone che pensano al suicidio sono alla fine quelle più legate alla vita
    Forse sono quelle che , deciso di non fare quel salto, poi riescono addirittura a viverla più intensamente...
    Forse


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