E no, non c’è niente da capire a volte. I motivi, le emozioni, le domande e perfino le risposte. Le cose accadono, fanno il loro corso, finiscono perché devono finire o comunque perché possono farlo. Forse c’è un motivo per tutto ma non è detto che si debba per forza capire. Marisa certe volte diventava di cattivo umore da un momento all’altro senza che succedesse nulla di nuovo, oppure si svegliava felice la mattina senza aver fatto nessun sogno particolarmente bello. O almeno non lo ricordava. Ci sono cose che accadono e basta, come se davvero fosse tutta colpa della luna e delle maree e nulla più.

Se lo ricordava quel giorno che era partita lasciandosi tutto alle spalle con la sua valigetta verde e dentro ci aveva messo lo stretto indispensabile, aveva fatto davvero una gran selezione rinunciando a tante cose, ma bisogna saper lasciare andare, questo le era stato insegnato da sempre, o almeno questo lei aveva capito. Certo di cose inutili ne aveva portate, per esempio si chiedeva sempre perché buttava cose che in realtà potevano tornarle utili e magari conservava certi biglietti del cinema o del tram, di serate che apparentemente non avevano un gran significato, in cui non era stata nemmeno in ottima compagnia, ma magari le ricordavano se stessa, le emozioni che aveva provato quel giorno. E sì, perché ci sono giorni che si fanno grandi pensieri, quelle riflessioni improvvise scaturite magari dalla semplice vista di un tramonto dal finestrino di un autobus. Chissà perché lo stesso tramonto certe sere non ha alcun significato.

Quel giorno aveva una valigia piccola ma piena di cose e un buco grande nel cuore lasciato dalle speranze disattese ma ricordava che aveva deciso di metterci su una grossa toppa e smettere di pensarci; aveva deciso di ignorare i suoi rimpianti, di scacciare la tristezza, di smettere di domandare perché e per come. Aveva ucciso tutti i se e i ma, i se fosse e se fosse stato. Aveva preso un grosso respiro e aveva deciso di concentrarsi sulle piccole cose, sul presente, sulle cose da fare.

Così era arrivata in quella città grande e sconosciuta e passo dopo passo aveva iniziato a costruire la sua vita trasformandosi da farfalla in formica. Ci era riuscita, adesso aveva tutto… ma tutto non era mai stato abbastanza per lei e così erano tornate le domande, i ma, i se, i se fosse e i se fosse stato. Non si cambia la propria natura, ci si evolve, ma non si cambia. Così aprì la borsetta su quella panchina appoggiata sugli Champs Elyses, tirò fuori una sigaretta, l’accese e chiudendo gli occhi fece un tiro lunghissimo, li riaprì sorridendo e guardando le luci di quella bellissima città che illuminavano quello che la sua vita era diventata e si rispose… non c’era niente da capire, c'erano tante cose da fare e forse le ho fatte tutte.

Quella sera aveva le sue risposte e non le interessava altro.

Karen Lojelo

httpv://www.youtube.com/watch?v=6vxj11BhoOQ

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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8 Commenti

  1. cambiare, partire..."per non morire" diceva qualcuno...la vita ricomincia se si guarda da un lato diverso...

    • esatto... a volte 'partire' è l'unico modo per ritornare da sè stessi forse, o per trovarsi per la prima volta

  2. Vivere senza troppe domande, vivere perchè non c'è niente da capire ma semplicemente... "c’erano tante cose da fare e forse le ho fatte tutte".

    • si vive prendendo atto di quello che succede, e si va avanti 'nonostante' senza 'se'... poi le domande torneranno sempre ma magari nel frattempo vivendo avremo le nostre risposte da dare...
      esatto

  3. le risposte a vlte arrivano sempre tardi...ma arrivano
    e si parte ogni volta che in noi nasce una domanda a cui non sappiamo dare una risposta...

  4. E' vero ci sono momenti che la vit ti porta a fare cose che fino in fondo non capisci,ma le fai bene ,poi sei contenta di ricominciare


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