Dovendo restare a contatto con l’algido soliloquiante travestitismo d’un relatore… ottimo mercenario…

non concedo allo scritto valore più alto di una rilegatura in finta tinta riecheggiante la maestosità degli archivi alessandrini.

Sarebbe più consono al dio Successo… schiantarsi sul guard-rail acchittato in un fosforescente giallo purgativo…

sfacciato affronto a chi tanto si preoccupò di renderlo invasivamente salvifico.

Ma poteva benissimo preoccuparsi di salvarsi lui. finì schiacciato dal rimorchio d’un diciottoruote allegramente ebbro.

… Cristo diddio! Mi sa tanto che mi ci sto immedesimando troppo nella parte di intellettuale. Sarà che dormo troppo poco.

Se solo potessi liberarmi dal sicario che il dio-successo ha designato come boia. L’impresario in blu-gessato. Convinto di far il suo dovere e guadagnarsi la pagnotta… scaraventandomi a tristi vernissage dove il meglio che posso trovare sono le tartine al caviale. Come farne a meno! Ma giuro che se m’offrono spumante dolce… vomiterò. Vomiterò a chili. Ondate di vomito dolciastro invaderanno la sala inzuppando gli astanti di quello che un ancor più tristo relatore non esiterà a definire “singulto d’artista”. L’ultimo relatore. L’avrei volentieri visto sodomizzare da un elefante impazzito… vecchio bavoso. Non vedeva l’ora di ingozzarsi a cena. Vomito o non vomito. L’appetito certo non gli passa mai a questi scrittori falliti. Comprensibile il loro odio verso coloro che devono presentare come fossero tanti Dovstoievskj. Ci godono come pazzi.nessuno presenta loro. Godono nell’inventarsi caterve di cazzate sui miei libri. A volte mi chiedo se è del mio libro che stanno parlando. Poi mi cedono la parola ed io non so come continuare. Così la riprendono loro ed appena inizio a capirci qualcosa… è ora di chiudere… brindare e andare a cena.

Agognando un caldo guscio… personalizzato che mi conceda requie…

La carenza di sonno. Sarà quella che mi rende acido e scontroso.

“alle otto domani sera devi essere a Fanculandia… ti prenoto l’aereo?”. Lo sai che in aereo non ci vado. Mi si contrae lo stomaco. Cambiare cesso tre-quattro  volte a settimana è gia una tortura. Mi ci manca l’aereo. … “se vuoi farti dieci ore di macchina… ma cerca anche di dormire un po’”. Ho il sospetto che il mio impresario mi odi. Scommetto che ci spera ch’io mi schianti così diventerebbe miliardario e pagherebbe qualcuno per scrivere i miei libri postumi. Se morisse lui… io non ci guadagnerei niente.

Il successo sogghigna affacciandosi nello specchietto.

Mi rinfaccia il suo peso concedendosi a tutti… tranne che al corpo che lo nutre.

La mia presenza è nella Prima di copertina.

Il resto è pastone per maiali.

Nicola Eboli
Nicola Eboli
teatrante

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6 Commenti

  1. meno male che qualcuno almeno lo sa....

    un po come andare incontro a una disfatta emozionale senza poterne fare a meno...dolci incubi...

    N.A.

  2. Benvenuto Nicola... felicissima di averti qui...e grande come al solito! 🙂

  3. Ecco che con questo pezzo vomiti una realtà priva di sogni, ideali e romanticismo, scrivi nero su bianco di calcoli e marketing e il brutto è che questa è la consuetudine e non l'eccezione.


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