Primavera personale

Racconti Lucie M

Era inverno. E tutte le notti d'inverno, io le passavo a pensarti sotto le coperte, a pensare a noi due insieme chissà dove, chissà quando, chissà come e chissà perché. Non pensavo alla parola fine. Non pensavo a niente se non a te e al tuo nome che si scriveva in corsivo nella mia testa all'infinito. Penne nere e pagine bianche al posto dei pensieri, pagine infinite di un libro che non aveva ancora un titolo. Ho sempre avuto paura a scriverlo, anche ora non saprei come intitolare tutto quello che c'è stato e magari continuerà ad esserci. Era inverno e c'eri tu che ogni notte diventavi il mio piumone e mi proteggevi dal freddo della realtà. La realtà che mi è sempre stata così distante, come te d'altronde.

Te che sei stato il mio inverno. Un giovedì pomeriggio, erano le diciassette e zero zero e fuori era tutto buio e blu. Io ero un fantasma che girava per la cucina, il posacenere poggiato sul tavolo era colmo di mozziconi di sigarette e il maglione viola mi ricordava le tue occhiaie del lunedì. Hai iniziato a dirmi che sarei sbocciata in una mia primavera personale, un giorno, senza avvisare nessuno. E io tremavo solo al pensiero, tremavo e sognavo sapendo che quella primavera non sarebbe mai arrivata. Perché striscio a terra io, la primavera a me neanche mi vede. Il sole primaverile mi entra negli occhi in modo dolcemente fastidioso, ma lui non riesce a vedere il mio cuore pieno di lividi che sta poggiato a terra. Non riesce a vedermi.

Nessuno riesce a vedermi. Solo tu, Inverno mio, riuscivi a guardarmi dentro, a vedere le ombre che creavano le mie costole. E ora non mi guardi più. Le ombre delle mie costole diventano mostri che mi mangiano in un boccone appena arriva il buio. Non parlarmi più di primavera, non parlarmi più di cambiamenti e di non aver paura. Stai in silenzio, voglio abbracciarti e poi scoppiare a piangere sulla tua maglietta senza capire neanche bene il motivo.

Lucie M
Lucie M
Scrivo sui muri sporchi,sulle scarpe e sui frigoriferi spenti.Mi piacciono le occhiaie,la pelle bianca come il latte e le fotografie scattate male.Le mie ossa hanno sedici anni,il mio cuore ne ha il triplo se non di più.

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4 Commenti

  1. voglio abbrac­ciarti e poi scop­piare a pian­gere sulla tua maglietta senza capire nean­che bene il motivo...

    quante volte l'ho desiderato anche io in tanti momenti della mia vita...

  2. Lucie M sei meravigliosa.
    Leggo, ancora di te, e mi ritrovo a vagare, sperso tra le tue parole, tra le tue lettere, in un mondo fantastico, che mi commuove, mi emoziona e mi fa sognare.

  3. Solo tu, Inverno mio, riu­scivi a guar­darmi den­tro, a vedere le ombre che crea­vano le mie costole. E' bellissima Lucie grazie per averla creata


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